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Critica    
 
GERARDO PECCI

Emozionalità dell'esistenza

La sua è una visione interiore, intima, e per questo fervida e accattivante, vera ed emozionalmente ricca, dove il segno e il colore vivono un rapporto simbiotico, dove il segno non è mai pago della sua presenza se non in rapporto con il colore, che lo avvolge.

I suoi gesti pittorici, le sue tenere figure e le sue grafie, sono l'espressione pura di un mondo che si apre verso nuove visioni, nuove realtà, nuovi orizzonti espressivi che sono la cifra stilistica di una continua ricerca del proprio Io.

I "fantasmi della mente" , ossia i soggetti e gli elementi che formano la sua fervida e personalissima visionalità pittorica, diventano creature reali in una dimensione che finisce per coinvolgere anche noi: non più simboli e caratteri grafici, non più solo paesaggi e figure, ma concrete figure di una nuova espressione artistica legata, anch'essa intimamente, ai suoi viaggi orientali, al suo mutevole e poliedrico mondo e alla consapevolezza che ogni segno non è mai unico, ma veicola altri segni e altri colori in un'ideale fucina cromatica e segnica unica e irripetibile, come unica e irripetibile è la vita di ognuno, con i suoi momenti e con i suoi sentimenti.

In questo modo la pittura e la realtà sono parte di una stessa vita, di una stessa emotività pensante, coesistono in una dimensione unica, appunto quella progettuale e pittorica, con quell'alito vitale per poter diventare vita, vera, reale, concreta, emozionalmente piena di sentimenti.


Gerardo Pecci Storico dell'Arte

 
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