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GUIDO FOLCO

L' insostenibile leggerezza dell’arte

C’è la storia di ognuno di noi nelle opere di Brigitta Rossetti; c’è il senso del tempo, indefinito e sospeso, lo spazio immaginario, interiore, dello spirito; c’è la disfatta dell’uomo e del mondo, l’ansia del distacco, la perdita dell’Eden.

Un sentimento di smarrimento in un infinito surreale pervade il linguaggio artistico di Brigitta Rossetti; una profonda unione con il Creato, guidata da una passione intensa che, secondo un linguaggio personale, si esprime con toni rarefatti e quasi monocromi, con una tavolozza a tratti inquietante e simbolica, altre rasserenante e musicale. Le presenze nei suoi lavori sono ectoplasmi indefiniti nei contorni e nelle forme, che abitano staticamente lo spazio avvolti come in una nebbia densa o in vapore cosmico.

Sono diversi i riferimentialla pittura internazionale del Novecento, soprattutto alle atmosfere acquose delle Venezie di Zoran Music, decadenti e rappresentative di un mondo in disfacimento. Le luci lagunari diventano quindi metafora di una profonda rappresentazione interiore, di un’indagine scrupolosa e mentale sul senso dell’esistere, sul ruolo fondante della natura e del mistero dell’universo.

Brigitta Rossetti dipinge come se suonasse un’armonia universale, alimentando ritmicamente la tavolozza con lievi tonaliismi cromatici di terre brune, oro, arancio, come se il supporto diventasse icona sacra aperta su un mondo laico e terreno, proteso febbrilmente al cielo. In “New Moon” il corpo celeste è simbolo di una meta lontana e irraggiungibile se non con l’anima e con la poesia e la fisicità lascia il posto all’effimera presenza di ombre disfatte nella penombra dello spazio.

La vera arte, dicevano gli antichi, è saper far vedere il mondo con occhi diversi. Brigitta Rossetti possiede questo dono e ci mostra con inquietudine e mistero il suo universo interiore, che ogni volta assume i contorni nuovi di un paesaggio, un animale, un cielo, mai solamente immagine del reale, ma interiore visione di uno stato d’animo.

Tra le scoperte dell’artista, il deserto rappresenta lo scenario ideale per costruire silenzi facendo fluire energia e luce in pitture pervase di eleganti forme sensuali e sinuosità allegoriche. La duna di sabbia trasformata dal vento crea percorsi visivi che conducono all’uomo, nella solitudine ancestrale del mondo. Brigitta Rossetti espone in una mostra alla Galleria Brehova di Praga per tutto il mese di febbraio, proseguendo nel suo viaggio di conoscenza culturale e artistica che la porta a scoprire nuove terre, tradizioni, paesi.

In mostra, una selezione di lavori, tra cui “Shallah, “La casa della paura”, “Prima del deserto”, che ben identificano il suo stile robusto e intimista al contempo.



Guido Folco Critico d'Arte e giornalista


 
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